Proposte per una politica della prima infanzia per la Svizzera
Molte cose sono cambiate per i più piccoli e per le loro famiglie. L’offerta di custodia complementare alla famiglia è stata ampliata e migliorata dal punto di vista qualitativo. Ma molto resta ancora da fare: in vari luoghi mancano le condizioni quadro per un buon lavoro pedagogico, le possibilità di custodia che rispondono alle esigenze sono insufficienti e i costi elevati costituiscono un peso per il bilancio familiare. La Commissione svizzera per l’UNESCO chiede ora di fare un deciso passo avanti e presenta delle proposte per una politica della prima infanzia per la Svizzera in una nuova pubblicazione.
«Formazione, educazione e accoglienza della prima infanzia» (FEAPI)
Le esperienze di apprendimento accumulate nei primi anni di vita costituiscono la base dello sviluppo successivo di bambine e bambini. La «formazione, educazione e accoglienza della prima infanzia» (FEAPI) – spesso chiamata anche «sostegno precoce» – comprende tutto ciò che facilita l’avvio a un apprendimento lungo tutto l’arco della vita: dall’assistenza sanitaria durante la gravidanza ai gruppi di gioco e agli asili nido, passando per le misure di formazione e consulenza per i genitori. Queste offerte non mirano a sostituire le famiglie, ma le sostengono per favorire una crescita equilibrata dei figli. Negli ultimi anni, la Confederazione, i Cantoni e i Comuni, insieme ad attori privati e fondazioni indipendenti, hanno iniziato a migliorare le condizioni quadro in questo ambito. Resta tuttavia ancora molto da fare. Senza una politica coerente ai diversi livelli dello Stato, che preveda anche il coinvolgimento della società civile, le misure adottate finora resteranno frammentarie e inefficaci.
Una politica per i più piccoli e le loro famiglie
Per offrire a tutte le bambine e a tutti i bambini in Svizzera le stesse opportunità nella vita è assolutamente necessaria una politica della prima infanzia. Questo chiede la Commissione svizzera per l’UNESCO, che dal 2006 porta avanti le richieste legate alla formazione dei più piccoli. Solo così si potranno creare le condizioni quadro che agevolano l’elaborazione di offerte di alta qualità alla portata di tutti. La Commissione si basa a questo proposito sulle esigenze dei più piccoli e delle loro persone di riferimento. La politica della prima infanzia aiuta a meglio conciliare famiglia e lavoro e fa sì che, al momento dell’ingresso nella scuola dell’infanzia, tutti abbiano le stesse opportunità. La nuova pubblicazione elenca quattro aree d’azione per una politica della prima infanzia:
• È auspicabile la messa a punto di offerte che siano in grado di rispondere alle esigenze di tutti.
• Le offerte e gli attori dovrebbero coordinarsi ed essere parte di una rete di contatti.
• Deve essere garantita e migliorata la qualità dei servizi della FEAPI.
• Occorre consolidare il finanziamento delle misure e dei servizi considerandoli un investimento per il futuro.
Queste misure richiedono un approccio condiviso e applicato nei diversi campi politici che riguardano la prima infanzia. È indispensabile inoltre una strategia comune a tutti i livelli dello Stato federale (Comuni, città, regioni, Cantoni, Confederazione). Per questo motivo la Commissione svizzera per l’UNESCO ha coinvolto nell’elaborazione della nuova pubblicazione molti responsabili politici e persone competenti provenienti da tutte le parti del Paese.
Perché vale la pena investire nella prima infanzia
Molti studi mostrano che investire nell’educazione della prima infanzia dà i suoi frutti. Le bambine e i bambini che beneficiano di formazione, accompagnamento e educazione adeguati in tenera età sono in seguito più sani e soddisfatti e riescono meglio nella vita. Per questo una politica della prima infanzia è importante anche dal punto di vista economico. E poiché un sostegno alla prima infanzia di buona qualità, accessibile a tutti e ampiamente interconnesso va a vantaggio di bambine e bambini, delle loro famiglie ma anche dell’intera società, una politica della prima infanzia ha un’ampia utilità. Un rinvio di questi investimenti significherebbe il mancato sfruttamento di un grande potenziale.
Un contributo all’«Agenda 2030»
La Commissione svizzera per l’UNESCO sostiene gli obiettivi globali dell’ONU in materia di educazione formulati nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, in cui si afferma tra l’altro di fare in modo che “ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione prescolastiche così da essere pronti alla scuola primaria”. Anche la Svizzera è tenuta a prendere le misure necessarie per raggiungere questo obiettivo a livello nazionale. Questa nuova pubblicazione “Per una politica della prima infanzia”, disponibile in italiano, francese e tedesco, è un contributo fondamentale a questa sfida.