Personale specializzato

C’è così tanto da scoprire! Sulla base di esempi pratici concreti, Lapurla fornisce stimoli e impulsi agli adulti. Per esempio, come esplorare i luoghi di cultura insieme ai bambini piccoli, oppure come il materiale plasmabile stimola la creatività e dà vita a giochi divertenti.

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Quando l’arte emoziona: “In Touch” con Pipilotti Rist. Progetto modello BonBon | Kita Regenbogen e Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo | Mostra: “Collection on Display: Pipilotti Rist Show a Leg (Raus aus den Federn)” | Foto: Karin Kraus

Imparare dai più piccoli

Quando osserviamo i bambini molto piccoli appropriarsi del mondo spinti da un’irrefrenabile esigenza di ricerca e volontà di esplorare, capiamo immediatamente che hanno già tutto ciò che serve per il processo creativo:

  • il coraggio di entrare in relazione con le cose, senza pregiudizi e con la capacità di sorprendersi,
  • di andare fino al fondo delle cose per capirne l’essenza,
  • di sperimentare oggetti e materiali per uno scopo diverso da quello usuale. E in tal modo scoprire qualcosa di nuovo, accettare ciò che è casuale, gioire e meravigliarsi per qualcosa di inatteso o non previsto
  • L’interesse del bambino piccolo cessa quando ha sperimentato la cosa fino in fondo, ossia quando l’ha “esaurita”. Scoprire che siamo capaci di plasmare e modificare il mondo in modo autoefficace aumenta l’autostima e ci rende più competenti.

Atteggiamento e principi guida

Fondamenti di un cambiamento di paradigma formativo

I seguenti principi guida sono il nucleo dell’atteggiamento degli adulti secondo Lapurla, e sono esempi concreti dell’applicazione dei diritti dell’infanzia sanciti dalla Convenzione ONU, come Lapurla e la Rete per la formazione culturale nella prima infanzia (tedesco) rivendicano in un documento programmatico congiunto. I bambini hanno diritto non solo alla formazione e alla partecipazione culturale, ma anche alla libertà di espressione.

Questi principi guida si basano sui capisaldi di Lapurla. Sono messi alla prova in tanti modi diversi nella prassi dei progetti modello di Lapurla e hanno dimostrato di essere fattori centrali per consentire processi creativi basati sull’autoefficacia:

“Ci sono troppi spazi in cui si insegna e troppo pochi spazi in cui si dà libero sfogo alla creatività.”

Johanna Ludwig, educatrice musicale, Orchestra sinfonica di Lucerna

Le nostre intenzioni sono buone e vogliamo solo il meglio per i nostri figli. Ma come facciamo a sapere cosa vada davvero bene per il singolo bambino? Diciamoci la verità: la codecisione dei bambini ha spesso solo un carattere pseudo-partecipativo. I margini discrezionali dei bambini sono generalmente limitati e la portata delle loro decisioni è irrisoria. Se però creiamo insieme a loro paesaggi educativi che prendono sul serio e sostengono le domande, le esigenze e gli interessi dei bambini, ci rendiamo conto di avere a che fare con persone estremamente motivate e autonome, che sanno superare sé stesse.

Illustrazione: Lorenz Meier, 2017

Per essere incoraggiati e responsabilizzati a trovare il loro futuro ruolo nella società, i bambini hanno bisogno di spazi liberi in cui mettersi alla prova e scoprire la loro autoefficacia. Se insistiamo su ciò che devono fare, quando, come, con che cosa e a che scopo, li spingiamo a essere in un certo qual modo eterodiretti. La creatività ha invece bisogno di tanti spazi liberi a livello temporale, strutturale e pedagogico per trovare risposte alle svariate questioni. Imparare insieme gli uni dagli altri apre innumerevoli strade per superare le sfide.

Illustrazione: Lorenz Meier, 2017

I processi creativi raramente sono lineari: per questo occorre molto tempo per correggere gli errori o trovare percorsi alternativi. Tempo per sbagliare, ricredersi, provare in altri modi, magari per ricominciare daccapo. Il percorso verso l’obiettivo può essere molto impegnativo. Ma tanto più grandi saranno la gioia e il senso di autostima quando le difficoltà saranno state superate e si saranno trovate soluzioni individuali o comuni.

“Aiutare troppo non aiuta”, sostiene la ricercatrice tedesca Daniela Braun, esperta in creatività. Invece di adulti che forniscono istruzioni, controllano e giudicano, le giovani generazioni devono avere al loro fianco dei mentori che prendono sul serio le loro idee e tematiche, che pongono domande aperte, che sanno apprezzare le riflessioni non convenzionali, che considerano gli errori delle opportunità e che quando serve sanno incoraggiare. Se guardiamo al suo potenziale anziché alle sue carenze, il bambino si sentirà sempre più competente.

Illustrazione: Lorenz Meier, 2017

A scanso di dubbi: con questo non intendiamo sminuire il prodotto, ma affermare che ciò che più conta è il percorso aperto che conduce al prodotto. Per avviare un processo creativo, come impulso basta che sia fornito uno di questi elementi: il materiale (CON CHE COSA), la tecnica o il metodo (IN CHE MODO) o il tema (CHE COSA). Tutto il resto viene da sé durante il processo, le idee nascono in corso d’opera. In tutte le varianti i bambini sono sollecitati a sviluppare approcci risolutivi o modalità di espressione personali. Il risultato non sarà dunque una serie di proposte stereotipate, ma una varietà di realizzazioni individuali. E quanta ispirazione, quando la varietà delle soluzioni diventa visibile, udibile e sperimentabile da tutti!

La linea di demarcazione tra incitare e ispirare è sottile. L’elemento importante è sempre il principio della volontarietà. Gli impulsi che provengono dall’esterno (ad es. tramite materiale, spazi, infrastruttura o metodi) sono considerati un’opzione o un’offerta. Non esiste più la frase: “Allora, adesso facciamo tutti un…”. Spiegare ai bimbi come fare qualcosa e aspettarsi che seguano le istruzioni degli adulti sono principi che appartengono al passato.

Più prescrizioni diamo, più dobbiamo spiegare. Se tuttavia mostriamo di avere noi stessi un atteggiamento di curiosità verso il mondo, non forniamo ai bambini una ricetta da seguire, ma cerchiamo insieme a loro qualcosa di avvincente in modo co-costruttivo. Per questo è necessario che anche gli adulti partecipino con spirito di ricerca all’esplorazione e alla sperimentazione del nuovo. Scoprire che anche gli adulti non hanno mai finito di imparare ha un effetto incoraggiante. E in materia di strategie non convenzionali gli adulti hanno molto da imparare dai bambini.

Illustrazione: Lorenz Meier, 2017

Se gli adulti si avventurano sistematicamente con i bambini in terreni sconosciuti da esplorare, motivano le giovani generazioni a trovare strategie di adattamento creative. Dunque non c’è niente di giusto o sbagliato, ma ci sono innumerevoli possibilità. E non ci si annoia mai.

Illustrazione: Lorenz Meier, 2017

Per interiorizzare la creatività come capacità di strutturazione della propria vita e competenza per risolvere i problemi (Braun), non basta realizzare occasionalmente qualche progetto. Invece l’apprendimento passa sostanzialmente per la partecipazione ai progetti. Sia per i bambini sia per le persone adulte di riferimento, coinvolgere gli artisti nei progetti fornisce un’ispirazione nuova e originale, concretizzabile anche artisticamente. La premessa è costituita da strutture trasparenti e tempistiche flessibili. Lo stesso vale anche per le visite ai luoghi di cultura: solo se i bambini hanno la possibilità di esplorarli regolarmente saranno in grado di instaurare una relazione con questi luoghi e il loro personale. Per avere un effetto duraturo, la partecipazione culturale ha bisogno di continuità.


Le condizioni per ottenere risultati

Co-costruire anziché istruire

La co-costruzione si basa sull’interazione sociale. Ciò significa che bambini e adulti esplorano e scoprono insieme con curiosità e nel dialogo il loro spazio vitale, e insieme lo comprendono e interpretano. Un procedimento troppo meticoloso, con contenuti prefissati e trasmessi secondo un programma o un piano (didattico) rigido, rischia infatti di non essere compatibile con le esigenze dei bambini e di non produrre risultati sotto l’aspetto dell’apprendimento. Siamo convinti della validità dei processi co-costruttivi, poiché sono la base essenziale di un atteggiamento pedagogico di fondo per il cambiamento di paradigma formativo richiesto da Lapurla.

Dall’impressione all’espressione: l’esperienza estetica è la forma più elementare di formazione

La formazione estetica non si limita a semplici esperienze sensoriali attraverso la vista, l’olfatto, il gusto, il tatto, ecc. Il termine deriva dal greco aisthesis e significa percezione sensoriale, conoscenza attraverso i sensi, esperienza sensibile della realtà. Il verbo aisthetikós evidenzia ancor meglio che l’esperienza estetica va intesa in modo olistico, poiché comprende la percezione, l’osservazione, la sensazione, l’esperienza, la conoscenza e la comprensione individuale del mondo. Percezione, emozione e comprensione sono dunque da intendere come esperienze educative equivalenti e reciproche. Un individuo “in risonanza” con il mondo interagisce con lo spirito e con il corpo nel qui e ora. Se osserviamo come i bambini piccoli si appropriano del mondo con tutti i loro sensi, ci rendiamo conto che nella prima infanzia l’apprendimento è fortemente estetico.

Autoefficacia

Sperimentare i propri successi attraverso il superamento delle sfide è l’essenza dell’autoefficacia. L’autoefficacia è la chiave della resilienza. La fiducia nelle proprie capacità contribuisce molto a sopportare la frustrazione e a risolvere le situazioni di crisi. Un bambino che ha la possibilità di sperimentare regolarmente la propria autoefficacia nell’ambito di processi creativi impara a credere in sé stesso ed è motivato ad affrontare nuove sfide. Inoltre, impara che può esercitare la propria influenza per poter superare felicemente queste sfide, il che accresce la sua fiducia in sé e rafforza la sua autostima.


Impulsi

Lo spazio, il materiale e la relazione svolgono il fondamentale ruolo di catalizzatori delle esperienze estetiche, dell’autoefficacia e della co-costruzione nella prima infanzia. Devono offrire ispirazioni e stimoli di diversa natura per consentire a bambini e adulti di immergersi insieme nei processi e nei flussi creativi.

“Possiamo sviluppare la curiosità solo se ci sentiamo bene. I bambini stressati non apprendono e non hanno coraggio.”

Herbert Renz-Polster, pediatra, 2019

Lo spazio come primo educatore

Gli spazi hanno un effetto su di noi, a livello conscio e inconscio. Soprattutto i luoghi di rilevanza culturale – con la loro particolare atmosfera, le dimensioni insolite, l’acustica e i profumi – offrono l’opportunità di vivere percezioni sensoriali ed emozioni intense. Negli spazi di cultura il potenziale per le esperienze estetiche è particolarmente elevato. I bambini piccoli sono molto sensibili a questi spazi. Hanno bisogno di tempo per prendere confidenza con loro. Servono quindi persone di riferimento a loro vicine che sappiano infondere un senso di sicurezza e di appartenenza.

Che bello! Le lampadine dell’installazione luminosa si accendono e si spengono continuamente come per magia! Progetto modello BonBon | Foto: Kathrin Schulthess
Was jetzt wohl gerade durch den Kopf des knapp Zweijäjrigen geistert? Modellprojetk BonBon | Foto: Kathrin Schulthess
Cosa passa per la testa di questo bimbo di soli due anni? Progetto modello BonBon | Foto: Kathrin Schulthess
L’esplorazione artistica è affascinante non solo per i bambini coinvolti. Anche il pubblico condivide il loro stupore! Progetto modello KinderKulturTreff Mini | Foto: Marc Andereggen
Dapprima si scopre e si esplora insieme la molteplice varietà dei materiali esposti, poi ognuno lavora per conto proprio | Progetto modello KinderKulturTreff Mini | Foto: Jennifer Skolowski
Aiutandosi con uno sgabellino, anche i bambini che ancora gattonano possono reggersi in piedi ed esplorare in autonomia gli spazi della mostra | Progetto modello BonBon | Foto: Kathrin Schulthess
Ascoltare rapiti suoni sconosciuti | Progetto modello BonBon: Foto: Karin Kraus
Anche nella penombra delle proiezioni video i piccoli si muovono autonomamente senza timore | Progetto pilota BonBon | Foto: Karin Kraus
Quando la sala di un’esposizione si trasforma in un laboratorio | Progetto modello CHIKU | Foto: Anita Affentranger
I bimbi piccoli scoprono ed esplorano le tracce che l’artista ha lasciato quando ha dipinto le pareti | Progetto modello BonBon: Foto: Karin Kraus
Consapevoli del proprio stupore in spazi insoliti | Progetto modello BonBon | Foto: Karin Kraus

Relazione

Per i bambini piccoli la co-costruzione è una chiave fondamentale per addentrarsi in luoghi, spazi, cose e materiali inconsueti ed entrare in relazione con essi. Per scoprirli e interpretarli insieme ci vuole una persona di fiducia in grado di aprire il bambino all’esperienza e di assecondare con attenzione la sua curiosità. Solo se si sente sicuro e protetto un bambino può esprimere la propria curiosità e stabilire nuove relazioni nel suo ambiente.

Guardare insieme con occhi meravigliati e immergersi in mondi figurativi sconosciuti | Progetto modello BonBon | Foto: Kathrin Schulthess
Quando si sperimenta insieme e si crea una grande confidenza con la mediatrice musicale | Progetto modello KlanzTang | Foto: Simone Carlo Surace
Guardando dalla prospettiva del bambino, anche gli adulti riscoprono gli spazi | Progetto modello BonBon | Foto: Karin Kraus
Visitando più volte la stessa mostra si scopre sempre qualcosa di nuovo e si prende confidenza con la mediatrice culturale | Progetto modello BonBon | Foto: Karin Kraus
Talvolta l’arte è così grande che nemmeno il braccio dell’educatrice è sufficiente a raggiungerla | Progetto modello BonBon | Foto: Karin Kraus
Dal vissuto al lasciar fare attraverso la partecipazione | Progetto modello PRIMA | Foto: Kathrin Schulthess
Dando l’esempio, invitare i bimbi a provare da soli | Progetto modello KlanzTang | Foto: Simone Carlo Surace
Co-costruire significa sperimentare ed esplorare insieme | Progetto modello Colore e sperimentazione | Foto: Teddy Amstad
Accompagnare i bimbi per favorirne l’autoefficacia | Progetto modello Laboratorio per bambini da 0 a 4 anni | Foto: Anita Affentranger
Curiosità e partecipazione | Progetto modello BonBon | Foto: Kathrin Schulthess

Materiale

Dandosi da fare con il materiale, i bambini mettono in gioco tutti i sensi. Guardare, afferrare, annusare, assaggiare e ascoltare il rumore del materiale: sono tutti stimoli che favoriscono l’espressione artistica e costruttiva dei bambini e li incoraggiano a usare la creatività. Più il bambino è piccolo, più dovrebbe risultargli facile scoprire e modificare il materiale offerto. Rispetto ai giocattoli e ai modelli da colorare e costruire, il materiale estetico si distingue per le seguenti caratteristiche:

  • Invita a sperimentare.
  • È plasmabile.
  • È modificabile.
  • Coinvolge svariati sensi.
  • Consente esperienze a tutti i livelli (manuale, emotivo, mentale).
Per esplorare i colori liquidi insieme alla mamma occorre la massima concentrazione | Progetto modello Laboratorio per bambini da 0 a 4 anni nel centro comunitario di Buchegg | Foto: Anita Affentranger
Ordinare e suddividere è un’attività creativa, resa ancor più appassionante dalle immagini riflesse | Progetto pilota Couleur et expérimentation | Foto: Teddy Amstad
L’argilla è senza dubbio il materiale più estetico che ci sia: la sua forma e la sua consistenza sono modificabili all’infinito | Progetto pilota Mini-atelier K’Werk | Foto: Annika Brantschen
Inventare cose giocando e interpretarle insieme | Progetto modello CHIKU | Foto: Anita Affenteranger
Il nastro per mascheratura può essere plasmato creativamente in molteplici modi e in 2 e 3 dimensioni | Progetto modello KinderKulturTreff Mini | Foto: Jennifer Skolowski
Unendo le forze, i bimbi creano il loro superverme usando terra e calze di nylon | Progetto modello KinderKulturTreff Mini | Foto: Jennifer Skolowski
Che odore ha il nastro per mascheratura blu tutto sgualcito? | Progetto nell’ambito di M2Act, Gessnerallee, Zurigo | Foto: Karin Kraus
Usare la carta per realizzare le creazioni più incredibili da esporre nella sala | Progetto nell’ambito di M2Act, Gessnerallee, Zurigo | Foto: Karin Kraus
Unire pelle e capelli in un’unica esperienza sensoriale grazie alla materia (schiuma da barba) | Progetto pilota Mini Atelier K’Werk | Foto: Annika Brantschen

Un luogo originale dove reperire materiali estetici:
OFFCUT – dil riciclaggio creativo dei materiali: stimolante, sostenibile, conveniente!


OFFCUT raccoglie e vende materiali usati e residui realizzando così materiali da lavoro con gli scarti. Con i suoi mercati di materiali, OFFCUT è presente a Basilea, Zurigo, Berna e Lucerna.


Pubblicazioni

Brochure “Più creativi sin dall’inizio”

I bambini sono curiosi. È così che scoprono il mondo. Sin dall’inizio. E per farlo hanno bisogno di noi, che li guidiamo e condividiamo il loro stupore. Più facile a dirsi che a farsi? La brochure “Più creativi sin dall’inizio” fornisce 6 spunti per genitori, personale specializzato e adulti che amano trascorrere tempo con i bambini piccoli.

Pubblicazione “Ästhetische Bildung und Kulturelle Teilhabe – von Anfang an!” (“Formazione estetica e partecipazione culturale – sin dall’inizio!”)

I presupposti teorici di Lapurla si basano sul Quadro d’orientamento per la formazione, l’educazione e l’accoglienza della prima infanzia in Svizzera (2012) e sulla pubblicazione correlata “Ästhetische Bildung & Kulturelle Teilhabe – von Anfang an!” (“Formazione estetica e partecipazione culturale – sin dall’inizio!”) (2017). Lapurla ne sperimenta i suggerimenti operativi in ambito pratico


Strumenti di lavoro

In questa sezione i partecipanti ai progetti modello trovano guide pratiche utili alla comprensione transdisciplinare nonché alla collaborazione interistituzionale. Esse servono anche alla programmazione co-costruttiva dei traguardi da perseguire.

Per responsabili di progetto, dirigenti e persone coinvolte

Le linee guida illustrano i valori e gli obiettivi dell’iniziativa Lapurla nonché l’approccio su cui si fondano.

Linee guida

Per responsabili di progetto, dirigenti e persone coinvolte

La co-costruzione prevede che persone con prospettive diverse creino insieme qualcosa di nuovo tenendo conto delle esperienze, delle competenze e delle condizioni quadro di tutti i soggetti coinvolti.

Scheda informativa

Un ausilio alla programmazione, comunicazione, discussione, riflessione e valutazione

Questa resa grafica dei tre piani d’azione dei progetti modello di Lapurla facilita la comunicazione interna ed esterna. Aiuta a mettere a fuoco gli obiettivi e i target, a chiarire le competenze e le responsabilità ecc.

Grafica

 

Per responsabili di progetto e relativi superiori

Il suo scopo è illustrare a tutti i soggetti coinvolti la natura del progetto comune e cercare di fornire un sufficiente spazio di manovra per adattarlo in modo flessibile alla fase di sviluppo. In primo luogo, pertanto, occorre descrivere QUALI sono gli obiettivi comuni e COME si intende raggiungerli, piuttosto che COSA accadrà esattamente a livello di contenuto.

Istruzioni

Per responsabili di progetto

La documentazione dei processi è un elemento fondamentale dei progetti modello di Lapurla: deve catturare i momenti magici di flusso in cui i bambini armeggiano con le immagini e i suoni, raccogliere le opinioni e i feedback delle persone coinvolte e annotare le esperienze e le conoscenze. L’obiettivo è rendere visibile e comprensibile ciò che Lapurla suscita, permette di accadere e influenza.

Scheda informativa

Per responsabili di progetto, addetti alla fotografia e alle riprese video

La pubblicazione di materiale visivo in cui compaiono bambini è soggetta a severe disposizioni sulla protezione dei dati. È possibile utilizzare fotografie e video di bambini solo se i loro genitori o tutori ne hanno firmato l’autorizzazione!

DLa scheda informativa contiene suggerimenti su come parlare con le persone di riferimento nonché i dati formali per gli addetti alle fotografie e alle riprese video

Merkblatt Fotobriefing/Bildrechte PDF. (in vigore da febbraio 2022)

Formular Zustimmungerklärung Erziehungsberechtigte PDF (in vigore da febbraio 2022)

Formular Zustimmungerklärung Mitarbeitende PDF (in vigore da febbraio 2022)

Per responsabili di progetto e partecipanti

Riflettere sul proprio operato è un compito essenziale dei responsabili di progetto e dei partecipanti. L’approccio di base e gli obiettivi di Lapurla prevedono infatti che si debba imparare dall’esperienza.

Questa scheda informativa definisce cos’è una riflessione e cosa non è. Formula obiettivi di riflessione e propone domande guida per tale processo.

Scheda informativa


Aggiornamento

Vuoi acquisire competenze professionali Lapurla e poterle attestare con un certificato di scuola universitaria? COn il CAS Kulturelle Bildung presso l’Università delle arti di Berna (HKB) è possibile: dai un’occhiata!